Le Cicladi ed Antiparos (photos by Mario Mangone)
Arcipelago delle Cicladi
La storia e la mitologia delle Isole Cicladi è chiaramente, strettamente correlata a quella della civiltà minoica e della Grecia Antica poiché proprio da queste esse prendono forma la cultura, la civiltà, i miti e le leggende che accompagnano la vita di queste stupende isole.
La cultura greca ebbe inizio, almeno secondo leggenda, con la I olimpiade, intorno al 776 a.C. (anche se alcuni storici additano come inizio il 1000 a.C.) mentre ebbe tristemente fine con la morte di Alessandro Magno e la costituzione del regno ellenico, spezzettato tra i diversi successori intorno al 323 a.C.
I primi abitanti, si tratta di Achei, Ioni e Eoli, provenivano da nord e arrivarono nella penisola greca condizionandone inevitabilmente la cultura intorno al III millennio a.C.. I primi conglomerati “urbani” cominciarono a svilupparsi intorno al 1600 a. C. grazie all’influsso della civiltà minoica. Partiamo appunto da qui per spiegare la stupenda storia delle isole che va di pari passo con le numerose leggende e storie di mitologia che tutt’oggi conosciamo.
La civiltà minoica, ovvero quella dell’isola di Creta si sviluppò intorno all’età dell’oro. Il termine deriva dal famoso re Minosse che costruì un impero commerciale ampio che controllava i territori dal Mar Egeo fino all’Egitto per arrivare fino in Siria e al Mar Nero. L’età minoica si divide in tre periodi principali: l’ Antico Minoico (3000 – 2000 a.C.), il Medio Minoico (2000 a.C e 1550 a.C), il Tardo Minoico (1550 a.C. – 1050 a.C). Non possiamo addentrarci più in profondità in questi tre periodi perché preferiamo parlare più dettagliatamente della storia e della mitologia delle più importanti isole dell’arcipelago delle Cicladi.
Partiamo appunto da Mikonos. Il nome si deve al figlio del re di Delos e a questa breve storia mitologica: Ercole, in una delle sue 12 fatiche, combatté contro i giganti uscendone vincitore. Una volta uccisi li gettò nel mare dove i loro corpi si pietrificarono dando vita alle coste dell’odierna Mikonos.
Essa nell’arco dei secoli rimase incatenata sotto il dominio e la sorveglianza della nota isola di Delos e non si conoscono molti fatti che la riguardano. Si conosce solamente, attraverso alcuni scavi, la presenza dei popoli Cares che poi furono sovrastati dalla potenza dei popoli fenici ed egiziani per giungere poi al dominio cretese e degli ioni. Durante l’alto medioevo come tutte le Cicladi anche Mikonos cadde sotto il dominio del Regno di Venezia.
Milos invece venne abitata sin dai tempi del Neolitico che parte dal 7000 fino ad arrivare al 2800 a.C. Fu una delle isole a svilupparsi in maniera più veloce rispetto alle altre, grazie all’adattamento precoce alle impervie condizioni naturali e all’utilizzo di utensili prodotti con una tipica pietra autoctona. Dalla sua precoce crescita si arrivò a comprendere che essa dovesse aver sviluppato nell’arco dei secoli un fiorente commercio. Nel periodo di bronzo che va dal 2800 al 1100 a.C. Milos divenne il vero e proprio fulcro di tutta la cultura delle isole cicladi. In essa sorgeva la famosa città di Filakopi che a quanto pare subì diverse fasi storiche: fu distrutta e ricostruita dai suoi abitanti per ben tre volte. Non ci fu invece niente da fare però quando Filakopi venne distrutta definitivamente dai micenei che fecero sorgere una nuova polis tipica della loro cultura (oggi è possibile visitare le rovine presso il villaggio di Klima). Successivamente nacque un nuovo popolo dalla fusione dei popoli autoctoni e dei micenei: quello dei Dori che ci hanno tramandato moltissimi oggetti dell’arte ceramica tra cui la famosa Anfora di Milos. Arriviamo dunque al periodo classico in cui nascevano le prime battaglie tra gli abitanti delle isole e quelli dell’entroterra ateniese. Dunque: i due popoli erano alleati nelle guerre persiane, quando però gli abitanti di Milos decisero di abbandonare la guerra, gli ateniesi ne rimasero ovviamente contrariati, per questo Milos fu assediata per anni dagli eserciti della penisola greca.
Passiamo ora brevemente alla storia antica di Santorini. Anche qui la prima presenza umana risale al neolitico. Il primo insediamento nell’isola si ha ad opera dei popoli minoici visto che molti affreschi, opere manifatturiere e architetture sono tipicamente di gusto minoico. Anticamente l’isola di Santorini aveva un nome differente, ovvero Stronghili, che significa in greco “Rotonda”. Dai testi mitologici pare che essa dovette subire una violenza eruzione vulcanica, la stessa che causò la distruzione della civiltà minoica nel 1500 a.C., tanto da far pensare anche ad una stretta relazione con la leggenda della sparizione negli abissi marini di Atlantide. Intorno agli anni del 1300 a.C., successivamente ai minoici, si stabilirono nell’isola i fenici che la controllarono per oltre 2 secoli. Solo più tardi, nel periodo greco il suo nome venne ancora una volta mutato, questa volta in Thira. Il nome Santorini risale a tempi più recenti anche se il nome Thira continua sempre ad essere valido essendone la traduzione in greco antico.
ANTIPAROS
Antiparos detta anche in greco Oliaros è un’isola appartenente al famoso arcipelago delle Cicladi. Si trova a poche centinaia di metri dalla sua isola “gemella” Paros ed è raggiungibile dal suo porto di Pounta in pochi minuti. L’isola è abbastanza minuta, conta solo 57 km di costa e la sua popolazione è altrettanto minuta: solo un migliaio di persona la abitano (secondo una stima risalente al 2001). Quasi tutti vivono a Kastro, un paesino a nord dell’isola e di solito sono dediti all’agricoltura e alla pesca: il resto dell’isola è semi disabitato, anche le piccolissime isole che si trovano nei paraggi come Stroggyli e Despotiko.
Nella maggior parte dei casi ci si reca ad Antiparos per ammirare le bellissime attrazioni naturali, come le grotte famose per le stalattiti che si nascondono nella zona sud dell’isola profonde circa 50 metri. Altra attrazione sono le sue bellissime spiagge completamente incontaminate: sembrano più degli angoli di paradiso nascoste nel mezzo del Mar Egeo. Potrete quindi sguazzare nelle acque calme e limpide di Panegia, Agios Spiridonas, Sifneiko, Psaraliko, Soros e Glifa. Molto spesso i turisti preferiscono scoprire anche le spiagge appartate di Despotiko, come quella di Pantieronisia (anche perché proprio qui si trova un bellissimo sito archeologico di età minoica) e la visita alle famose cave di Mastihari.
L’isola di Despotiko con i suoi siti archeologici chiamati Tsimintiri e Strongylo si trovano ad est di Antiparos; essa era chiamata dagli antichi Prespinthus, nome che fu noto solamente nel XIX secolo quando iniziarono gli scavi per riportare alla luce i reperti. Furono ritrovati santuari ma anche abitazioni e sculture del periodo minoico e miceneo (in questo caso molti ritrovamenti erano dedicati alla dea greca Vesta) tra cui anche molti templi dedicati al dio Apollo, che sembra essere venerato in modo ricorrente in tutte le isole delle Cicladi. Altri templi ritrovati risalgono al periodo romano, datati al settimo secolo dopo Cristo, essi sono costruzioni rare e uniche in tutto il Mar Egeo.
Tornando sull’isola di Antiparos però è possibile ammirare il bellissimo castello veneziano risalente all’anno 1440, costruito appositamente per proteggere l’isola dalle invasioni dei pirati, frequenti nel basso medioevo. Anticamente venne prima costruito il palazzo centrale, successivamente nei secoli, tutto intorno cominciò a prendere vita un piccolo conglomerato urbano in cui spiccava una alta torre. Con il passare dei secoli non rimase quasi nulla se non la base della costruzione. Oggi il palazzo è utilizzato come sede centrale del governo di Antiparos. L’entrata del castello, per chi intendesse visitarlo, si trova nella zona di Agios Nikolaos.
Infine vogliamo approfondire l’argomento riguardo alla più grande attrazione turistica di Antiparos: le cave (o grotte). Queste grotte erano già conosciute secoli e secoli addietro visto che erano utilizzate come rifugio dagli abitanti locali (stiamo parlando delle epoche primitive), successivamente nel periodo miceneo esse vennero sfruttate come luogo di culto della dea Diana (dea della caccia): per questo motivo le grotte pullulano di reperti archeologici risalenti sia all’età della pietra sia all’età greca classica. Tra i dipinti che si possono notare tra le stupende stalattiti e stalagmiti troviamo anche molte iscrizioni di poeti, di sovrani e anche di personaggi illustri della storia del medioevo (come re e ambasciatori europei) che passarono nella grotta.
PAROS
L’isola di Paros è un’isola della Grecia e si trova proprio nel cuore dell’arcipelago delle Cicladi. È una località marittima di primaria importanza con i suoi 120 km di costa e con i suoi 10 mila abitanti; si trova nelle vicinanze dell’altra piccola isola a cui una volta era congiunta: Antiparos. Il territorio è fertile, come tutte le isole del Mar Mediterraneo ed è particolarmente nota per le sue scogliere, per il marmo bianco estratto dalle sue colline e per la tipicità della gastronomia e dell’architettura.
Oltre a queste caratteristiche, Paros è straordinaria soprattutto per le sue acque cristalline e le sue spiagge incontaminate tra le quali ricordiamo quelle di Mólos e Driós oppure quella di Chrysi Akti ottima per chi pratica il windsurf! Grazie a queste peculiarità l’isola è una delle più importanti attrazioni turistiche di tutta la zona: essa eccelle per ospitalità, per le sue infrastrutture e per l’atmosfera cosmopolita che rende la vita notturna tra le più interessanti e movimentate della Grecia insulare.
Ma Paros non è esclusivamente sole, spiagge e divertimenti, è anche cultura. La storia dell’isola ha origine nel 3000 a.C. e le testimonianze della vita antica dell’isola si debbono alla scoperta di molti siti archeologici come quello di Saliagos (isoletta situata tra Antiparos e Paros). Secondo i reperti di Saliagos non c’è da escludere che in antichità Paros e Antiparos fossero unite in un’unica isola.
Durante il periodo minoico l’isola era conosciuta come Minoa (ovviamente a causa degli insediamenti cretesi), ma successivamente l’isola fu occupata dalla popolazione degli Arcadi grazie ai quali essa assunse il suo nome odierno.
Nell’arco dei secoli l’isola venne prima conquistata dai veneziani e poi dai turchi fino a diventare in epoca moderna facente parte della repubblica greca. Ma cosa c’è di così affascinante a Paros? Le bellezze di Paros sono da riscoprirsi soprattutto nelle rovine delle antiche civiltà e nelle piccole città affascinanti tipiche del folklore greco più arcaico.
Il capoluogo Paroikia è ricco di testimonianze delle antiche civiltà, come ad esempio quelle raccolte nel grande Museo Archeologico, oppure quelle che possiamo ammirare tutt’ora nella Chiesa di Ekatontachoni (si dice che essa fosse stata fondata da Sant’Elena madre dell’imperatore romano Costantino).
La chiesa fu fondata nel IV secolo e fu distrutta e ricostruita più volte nell’arco della storia, è conosciuta anche con il nome di Chiesa dalle Cento Porte. Prima di entrare ci imbattiamo in un atrio decorato con un battistero classico tra i più antichi della Grecia; appena entrati invece, ci troviamo di fronte la cappella centrale, il santuario e altre tre cappelle laterali minori. È necessario fermarsi con più attenzione all’entrata poiché potremmo correre il rischio di perdere la stupenda Galleria Yinaikonitis, costituita da immagini sacre di sante e altre icone dell’età Bizantina. È possibile inoltre, con autorizzazione visitare il piccolo santuario posto sul retro della Chiesa.
Altro importante punto di visita per tutti i turisti è il Castello Veneziano, esso risale ovviamente al XIII secolo, in cui avvenne proprio la conquista da parte della più famosa città marinara.
Lungo il promontorio di Kephalos possiamo ancora visitare il Monastero di Sant’Antonio, purtroppo abbandonato e lasciato in balia di se stesso che si innalza tra le rovine di un bellissimo castello medioevale. A nord dell’isola invece si trova il Convento di Moni Christou Tou Dasous dove è sepolto il secondo santo patrono dell’isola Agios Arsenios.