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Intervista all'Ing. Luigi Cosenza - Giugno 1977 (a cura di Mario Mangone)

 

INTERVISTA ALL' ING. LUIGI COSENZA (Giugno 1977)   a cura di  Mario Mangone 

M. Mangone (M.M.): Per iniziare questa discussione vorrei leggerle una parte dell'articolo che venne pubblicato su Metron n° 33 34. L'articolo è di Edoardo Vittoria ed è intitolato "Nuovi quartieri popolari a Napoli". L'articolo ad un certo punto dice: "… Per comprendere la situazione edilizia napoletana mi sia lecito riandare brevemente indietro negli anni. Nel 1911 la consistenza edilizia del Comune di Napoli era di 400.000 vani, vi vivevano 700.000 persone distribuite in 1 40.000 famiglie circa. Tra il 1 9 11 ed il 1 92 1 la popolazione aumentò di oltre 100.000 unità, i vani costruiti di 17.000... Nel 1925, secondo una indagine dell'amministrazione del tempo, risultava che oltre 100.000 persone abitavano in vani terranei con una media di 1,08 persone per stanza. In quegli anni un quinto della popolazione napoletana si trovava in condizioni di abitabilità ( meno una persona per stanza), il 30% era nella situazione di sovraffollamento. nel 1931 Napoli poteva vantare la più alta media di persone per stanza (1,79) rispetto alle altre città italiane: Roma (1,36), Milano (1,22), Torino (1,13), Genova (0,89). Nel quinquennio 1925-1930 mentre a Milano si costruivano 122.000, a Roma  105.000, a Genova 74.000, a Firenze 22.000, a Napoli se ne costruivano solo 18.000, il che rappresentava un vano ogni tre persone, tenendo esclusivamente conto dell'incremento di popolazione. Gli anni che seguirono non migliorarono la situazione, si iniziava allora, 1931-1939, quell'opera detta di bonifica (Rione Carità), S. Erasmo ai Granili, Fuorigrotta che portava alla distruzione di circa 15.000 vani utili ad abitanti dei quartieri più popolosi, ed alla costruzione di altrettanti uffici. Nel 1939 la distribuzione della popolazione si presentava in questo modo: 139.509 persone in 197.988 stanze (0,71 persona per vano) 212.280 persone in 133.081 stanze (1,60 persone per vano), 414.216 persone in 115.020 stanze (3,86 per vano). E tanto per avere il quadro completo: 35.325 abitazioni erano sfornite di acqua potabile, 75.000 di latrina, 38.000 di cucina; il gas era installato solo in 35.000 abitazioni, il bagno in 12.000. La sensibilità della società napoletana per l'edilizia, l'edilizia popolare in particolare, sta in queste cifre. La incapacità di una certa classe dirigente a capire i problemi che, bene o male, hanno appassionato tutti i centri europei, sta anche in questo nudo elenco di dati. Nicola Amore Sindaco di Napoli nel 1884, fu l'ultimo rappresentante di una borghesia  attiva e illuminata sui problemi dell'edilizia, preoccupata di risanare i nuclei malsani della città, di sistemare e dare un aspetto decoroso alla vita stessa della città.

Una edilizia arretrata rispetto a quella di altri centri europei senza problemi, pretenziosa, ma almeno abbastanza aderente alle immediate esigenze della vita cittadina. Dopo di queste più nulla, e se fa piacere, soltanto il trionfo degli appaltatori. Brutte abitazioni per la media e piccola borghesia...”

L. COSENZA: Ma questi professori universitari che accusano gli appaltatori. Ma chi le ha fatte queste cose? I calzolai o gli architetti. Non sono i migliori architetti di Napoli: Cocchia, De Luca, Franco Di Salvo che è il migliore, Ciccio Della Sala, e oggi insegnano a voi?

M.M.: continuo a leggere l'articolo: "…tirate su con metodi tradizionali, con un impiego della tecnica approssimativa, con una pretenziosa aria "signorile" ottenuta all'ultimo momento con i rivestimenti più scadenti ed inopportuni, progettata naturalmente dal primo geometra, o chi per lui, a portata di mano. Accanto a questa edilizia negli anni che seguivano il 1930 una "architettura" di questure, poste, uffici a carattere grandioso di solito tipo ufficiale..."

L. COSENZA: E chi le ha fatte queste cose? Vaccaro, il grande Vaccaro, il Rione Carità chi l'ha fatto? Se non l'architetto Samonà, Giuseppe Samonà?.

M.M.: "…Ed è inutile insistere, che ognuno può vantare ed ammirare in qualsiasi città italiana cose di tal genere. In questa situazione parlare di un clima favorevole allo sviluppo e alle esperienze dell'edilizia moderna è quasi ridicolo. Il valore e la importanza dell'ultima produzione edilizia napoletana sta proprio in questo essere venuta fuori senza alcuna precedente soluzione moderna".

Ecco sulla base di questo articolo dell'Arch. Vittoria, vorrei sapere da lei quali furono le questioni che più influenzarono la ricostruzione, temi che crediamo vengano anticipati nel piano del 1946.

L. COSENZA: Mi scusi, riprendo la domanda di prima. Ecco queste cose che lei ha denunziato, che Vittoria ha denunziato, che altri hanno denunziato come sono avvenute? Chi ha fatto queste architetture? Chi ha fatto questi edifici? Lasciamo stare Nicola Amore che è stato il primo sporcaccione, che ha risolto i problemi del colera con il risanamento, facendo quella vergogna, distruggendo tutto il foro della città di Palepoli. Lasciamo stare. Andiamo alle origini di tutto questo: la legge del “profitto”. Voi giovani che adesso sbattete con il naso di fronte a queste turpitudini, vi dovete convincere che la situazione è anche peggiore. Domandatevi perchè la televisione la sera non fa la reclame della carne in scatola " Star " dei bambini siciliani, che sono più teneri dei bambini piemontesi. Perchè la televisione non reclamizza questo? Perchè hanno paura del linciaggio, sennò la farebbero, fanno di peggio. La legge del profitto è un tumore che è già nella fase di metastasi, cioè si è diffuso nell'organismo e ha ridotto Napoli così, e badate per ridurre Napoli così ce ne voleva; 1.300 milardi sono stati spesi con la complicità di tutti gli studenti, gli Ingegneri, i Professori, gli Architetti per portare Napoli a queste condizioni. Di che vi lamentate? Che hanno fatto troppo poco dal 1934 al 1951?

Come sarebbe a dire troppo poco? Ma il Piano Regolatore del 1945 presupponeva la ricostruzione di 100.000 vani distrutti dai bombardamenti e ottantamila nuovi vani. Questi mascalzoni, con la netta complicità degli architetti, anzi stuzzicati dai professori di Architettura e di Ingegneria, ne hanno fatti 800.000, soffocando Napoli. Quelle schifezze che voi attribuite agli Ottieri e ai Lauro, Lauro ed Ottieri sono degli animali carnivori, si nutrono di carne, che volete dare colpa ad un leone che si nutre di carne e di pecore. Il problema è questo: chi gli ha portato le pecore? Chi ha fatto diventare presuntuose quelle turpitudini? Chi ha fatto le architetture di Piazza Mercato, la muraglia cinese chi l'ha fatta? Mica l'ha fatta Caflisch, o la Rinascente. L'hanno fatta gli architetti, i professori. Chi ha fatto quelle turpitudini vicino allo stadio del Vomero? Il professore Canino.

M.M.: Ecco, a partire da queste sue denunce potrebbe approfondire e ripercorrere il clima ideologico del dopoguerra? Le questioni dell'emergenza avevano riproposto alcune questioni...

L. COSENZA: Ripartire daccapo.

M.M.: In modo particolare mi riferivo al rapporto tra disciplina architettonica e ricostruzione, fra i problemi di quantità e qualità, fra professione e politica.

L. COSENZA: La legge del profitto è quella che dà il volto della città. Essa quando non è riuscita ad andare avanti con i sistemi della borghesia clerico-moderata, cioè quando non ha potuto andare avanti con i mezzi di Nicola Amore, per aggredire la proprietà sul suolo e portare avanti l'appropriazione della rendita fondiaria, ha instaurato un regime che si chiama: fascismo, cioè un regime di aggressione violenta. Questa aggressione violenta non poteva svilupparsi nel campo delle esecuzioni, senza prima neutralizzare il campo della cultura. Quel fascismo doveva aggredire la scuola e ridurla nelle condizioni della Facoltà di Architettura e della Facoltà di Ingegneria a Napoli, dal 1924 al crollo del fascismo. CROLLO FORMALE!!! Perchè al crollo del fascismo, come sistema, come etichetta, ha contribuito potentemente una concorrenza capitalistica anglo-americana, la quale non aveva nessun interesse ad abolire la legge del profitto. Tant'è vero che la venuta degli eserciti americani, salvo qualche equivoco colonnello del Minnesota, non ha fatto altro che la restaurazione, reintegrazione del fascismo, naturalmente l'etichetta nuova è stata: Democrazia Cristiana.

Come la Chiesa è stata alleata del nazismo con Pio XII, così la Chiesa è stata alleata della ricostruzione fascista, quindi nulla è cambiato. Nei punti più vulnerabili di questa ristrutturazione c'è stata la scuola. Le Facoltà di Architettura e di Ingegneria di Napoli sono state alla testa di questa restaurazione e sono state tutte e due al servizio di Lauro cioè dei clerico-fascisti, dei monarchici-fascisti.

L'uno più specificamente nel campo urbanistico e di  architettura, l'altro più specificamente sul piano della circolazione e ingegneria. Voi sapete che c'è questo non senso che Ingegneri che non studiano architettura hanno il diritto di firmare i progetti di architettura come persone che hanno studiato 6 o 10 anni di questa facoltà. Perchè? Perchè in verità tutti questi intellettuali non sono altro che gli strumenti con i quali il capitalismo, la borghesia con un fascismo apparente o nascosto  si serve per fare quello che ha fatto. Pensate a Napoli sono stati costruiti 800.000 nuovi vani a un milione di lire l'uno di media, tra il 1950 ed il 1970, anzi molto di più, sono 800 miliardi. Su 800 miliardi fatevi i conti con tariffe professionali alla mano, che cosa il capitalismo ha dato per comprare la coscienza di questi professori che oggi vengono ad insegnarvi. Ma quello che è peggio, non è tanto la coscienza che si vende sapendo di vendersi, ma la deformazione culturale, quella che prima del fascismo, durante il fascismo, dopo il fascismo ha realizzato l'idealismo, da De Sanctis a Croce, perchè no; deformando la coscienza della gente e al posto del razionalismo, che lo porta a guardare il problema sempre daccapo con la sua ragione, introducendo i "MITI".

Quando io ho affrontato il problema del Mercato del Pesce nel 1929, non volendo avere niente a che fare col fascismo, regalando quindi i progetti, e non cercando rapporti professionali, qual'è stata la battaglia? Il Genio Civile aveva fatto il suo progetto per una sua concezione critica, non solo, quanto approfondita, aveva stabilito che in un mercato del pesce le colonne dovevano essere di stile corinzio. Quando io feci un "Mercato del Pesce" razionale, come poteva farlo uno che nulla aveva avuto a che fare col razionalismo europeo. Cioè una sola legge "Ornamento è Delitto", il tatuaggio è delle mentalità delle culture primitive “l'ornamento è delitto”: Adolf Loos.

Solo con questo viatico io ho progettato con la mia incapacità di ingegnere laureato della Facoltà di ingegneria, e dopo aver levato tutto l'ornamento non potevo, non sapevo fare di più. Quello che sapevo fare coscientemente era che il mio progetto contasse la terza parte del progetto del Genio Civile. E' stato un elemento determinante di fronte al burocrate che era interessato. Ecco il meccanismo che ha portato ad un certo momento alla prima costruzione razionale a Napoli, per la quale non mi vanto che sia bella o brutta, ma è un tentativo rivoluzionario. Non potevate sperare che al Palazzo d'Inverno quando preso il potere, i Soviet, con Lenin seduto dietro quelle lunghe scrivanie non potevate sognare l'efficienza burocratica; era un caos del diavolo, però c'era la rivoluzione che girava la frittata, la frittata che girerete voi.

Ora, oggi se volete essere razionali di fronte a qualunque di questi problemi potete usare lo stesso metro del I947 e del I93I. Questa è una città che si avvia ad avere come città 6 milioni di abitanti e come regione 24 milioni di abitanti. Non vi sognate più di progettare più per l' aumento di popolazione . E ' possibile che Napoli abbia 6 milioni di abitanti? Certo, a patto che si munisca di quattro o cinque poli : nel giulianese, nel frattese, nell' acerrano, altro polo Napoli centro storico. Realizzando che cosa? Questo è il problema, dei"rioni globali", cioè che abbiano 45 0 50 mq. di verde per abitante,  per il tempo libero, per lo spazio, per l’aria, che abbiano strade pedonali completamente divise dalle strade motorizzate, dei quartieri globali nei quali, il verde pubblico sia verde agricolo. Hanno distrutto l'agricoltura tenendo ad un livello schifoso le infrastrutture in campagna ed eliminando il verde dal quartiere urbano. Io ho mandato una memoria al XV Congresso dell ' INU: Obiettivo dell'urbanistica, far si che la vita del contadino diventi dal punto di vista della salute e della felicità preferibile a quella del burocrate. Allora l' agricoltura deve entrare nei quartieri urbani attraverso le colture familiari; le donne vanno a prendere le arance, le verdure, i fagioli sotto casa, nel quartiere una delle infrastrutture è la stalla, perchè lei è in condizione di fare una stalla a fianco della mia camera da letto, lei è in condizione di fare un porcile a fianco della  camera da letto di mia moglie, tutte e due più pulite delle stanze da letto, con condizionamento, con isolamento con tutto quello che vuole, quindi le stalle ritornano nel centro urbano. Ma fatte come? Nello stesso tempo le infrastrutture si espandono nelle zone agricole in modo che i contadini abbiano la possibilità di avere tempo libero, di quei servizi essenziali. Ecco il meccanismo, ora tutto questo perché non è avvenuto?  La legge del profitto speculava su ogni metro quadrato. Che fagioli, e perchè il vigneto deve sottrarre aria? Stupidi che siete, oltre che corrotti, il vigneto non deve sottrarre  aria, perchè sopra al parcheggio si fa una pertica e lei copre un terzo della superficie, però questo terzo lo può restituire al verde facendo le colture, tutti gli ingredienti di cucina: le spezie, l'aglio, prezzemolo, basilico, cioè lei può sostituire il cento per cento dell'aria.

Quando lei fa un quartiere, la prima cosa è  che il contadino è invitato a non muoversi, se ha una bicocca schifosa gli si da un alloggio del nuovo quartiere, sotto l'alloggio del nuovo quartiere, sotto l'alloggio nel porticato c'è la bottega per vendere i prodotti della terra.

Per le infrastrutture? Certo il gioco per i piccoli, gioco per i medi e per i grandi, gioco per i vecchi e poi? Zone agricole, perchè i ragazzi imparino a coltivare la terra. Perchè si è creata una fattura, tutto scuola, tutto chimica, tutto filosofia e la cultura della terra e diventata una cosa...

Mentre chiunque si sia fatta una certa posizione, si può far una casarella in campagna per il piacere di coltivare le rose, un'ora due ore al giorno è piacevolissimo, non è piacevole altrettanto per dieci ore coltivare la terra.

Allora chiudo, 1933 Casabella, "non si tratta di trovare un nuovo modo di costruire bensì un nuovo modo di vivere. Con questa impostazione disinfettante fate qualunque cosa. 

M.M.: Su CASABELLA n° 23I, I959 abbiamo trovato questo articolo intitolato "Per un dibattito costruttivo" firmato Ernesto N. Rogers e Luigi Cosenza da cui si legge:”…A Napoli,  lo stesso volume di investimenti pubblici e privati previsti dal Piano Regolatore Generale del 1947, in un programma decennale di gradualità, è stato sperperato, col consenso delle amministrazioni centrali e locali, senza affrontare nessuno dei problemi di fondo, aggravando la situazione economica, compromettendo i futuri sviluppi urbanistici, determinando perfino il fallimento delle maggiori imprese edilizie locali. Numerosi membri dell'INU hanno partecipato allo scempio o si sono rifiutati di prendere posizioni. Al congresso dell'INU di Bologna dell'Ottobre del 1959 il rappresentante ufficiale del potere esecutivo, in questo settore della cultura e dell'economia, l'attuale Ministro dei LLPP ( al tempo Ministro Togni, nome censurato da Rogers dall' articolo originale dell' Ing. Luigi Cosenza -corsivo nostro), si è pronunciato per una condanna dei tecnici al ruolo dei fiancheggiatori delle forze politiche ed economiche che egli rappresenta; per un severo giudizio sulle loro capacità. Ed ha affermato con forza il suo diritto di selezionare e di discriminare ogni velleità di indipendenza e di critica. Non è possibile costruire sulla ipocrisia eretta a sistema. Non è possibile esprimersi sempre in contrasto con i propri sentimenti. Alla fine anche il sistema nervoso ne risente. Occorre quindi pronunziarsi con sincerità e coraggio sulle cause e sui rimedi non solo per dovere verso la cultura, per rispetto verso noi stessi, ma per la stessa incolumità fisica del nostro organismo…". 

Sulla base di questo ragionamento quale sarebbe stato ad esempio il ruolo dell'Istituto Autonomo Case popolari, specificamente qui a Napoli. Naturalmente l'IACP inteso come istituzione e quindi i legami che ha costruito con il potere politico.

L.COSENZA: La funzione di un istituto di case popolari che non fosse la vergogna di quello attuale, sarebbe una funzione culturale ed economica. Culturale nel senso di riportare l'urbanistica alla sua funzione di costruire città degne dell'uomo, vedete le prese di posizione di Le Corbusier: "Le città non sono degne di noi" ed una funzione urbanistica, economica cioè di dirigere lo sviluppo delle città avendo nelle mani la massa  di capitali. Politica capitalistica per aiutare la speculazione sui suoli per far pagare questi suoli a dei prezzi bassi per far arricchire le imprese, per risolvere le cose in questa maniera indegna, salvo qualche quartiere che si è salvato per la violenza l'aggressività di qualcheduno. Io ho rifiutato di fare quelle case popolari sulla Marina, che hanno accettato di fare Della Sala, Di Salvo, De Luca;, Io riunii tutti i docenti della Facoltà di Architettura, da Cocchia,  Di Salvo, De Luca, Ciccio Della Sala e io per fare il quartiere di Capodichino. Di fronte a questa unità di tutti gli architetti di Napoli, almeno di un certo livello, l'IACP fanno una commissione con dentro Canino, e dichiara che fra due progetti uno fatto da un ingegnere del genio civile e questo fatto da tutti quanti. Beh , per la commissione non c'era nessun progetto idoneo per rompere questa unità. Dopodichè chiamano a parte uno del gruppo: Della Sala il più debole, e gli offrono di fare lui il progetto, che era molto bello. Della Sala mi telefona e mi dice: che faccio accetto o no? E io gli dico accetta sennò è peggio se non accetti, ne sarei moralmente la vittima. Capodichino io non sono andato a vederlo più, perchè mi faceva troppo dolore vedere fino a che punto Della Sala abbia difeso quel progetto.

Allora  l'IACP e' stato lo strumento  piu' inesorabile  per corrompere e per favorire la speculazione nelle  sue due facce:appropriazione della rendita fondiaria e imprese. pensate, con me che facevo quello che volevo,  io e il mio leone, difficilmente sentirete di un ingegnere che ha portato un leone in cantiere per tenere a bada tutti quanti, un leone vero di tre anni. Abbiamo fatto il Politecnico a Fuorigrotta dopo tanti anni vedete come si mantiene poca manutenzione, quel Politecnico e ' costato 950.000 vuoto per pieno, a questo prezzo io ho fatto il politecnico con delle normali imprese napoletane, le case popolari avevano le gare deserte perche' la gente non accettava di lavorare per questa gente e questa  gente  mantiene tutt'ora le leve del potere e hanno costruito quello che hanno costruito roba da condanne penali. ecco quando si dice Democrazia Cristiana, in cui ci sono anche delle persone per bene che credono in certe cose sono anche credenti e nessuno glielo vieta, ma la verita' e' che loro hanno creato questi strumenti indegni e le battaglie che voi studenti dovreste fare per il vostro futuro dovrebbe essere proprio questo  voi dovete entrare sia pure come apprendistato  sia pure con una piccola presenza o gettone di 100.000 L. al mese dovete entrare nell'IACP come i greci entrarono con il cavallo di legno a Troia.