Il Mondo di Radio Garden
Nel grande mondo dell’esperienza musicale nulla è come prima. In quest’ultimi anni la musica ha rotto completamente le sue relazioni con il territorio entro cui veniva concepita e consumata; fenomeno iniziato con la nascita delle grandi metropoli occidentali e del consumo di massa di fine ottocento. Oggi, una nuova grande colonna sonora soffia e si adagia sulla crosta fisica del nostro pianeta attraverso la grande rete delle app messe a nostra disposizione: Bandcamp/Spotify, Youtube Music + Vevo, Shazam, Xbox Music, Google Play Music, Deezer, SoundCloud, Musixmatch, Tidal, Bandsintown ecc.
In qualsiasi “ora” della giornata, in qualsiasi “luogo” del pianeta, si può attingere alla vastissima biblioteca e memoria della produzione e consumo musicale dell’intera umanità, confermando ancora di più come la musica abbia avuto sempre una funzione di rottura rispetto alle storiche relazioni spazio-tempo vissute sul proprio territorio, al punto tale che oggi posso produrre-consumare-distribuire musica senza nessun vincolo dal luogo in cui tutto ciò viene fatto.
Ma ecco che l’app Radio Garden ci ripropone tutto intero questo fenomeno e ci spinge ad interrogarci quanto di questa relazione, tra musica e territorio, esiste ancora.
Radio Garden è il nostro moderno tappeto volante che ci permette di volare sulla nostra luminosa superficie planetaria, calare sui luoghi più sperduti della terra e nello stesso tempo zoomare sui più intricati labirinti metropolitani urbani. Ma la possibilità per fare tutto ciò ci viene offerta dalla presenza dalle “radio locali” distribuite su tutta la superficie del globo, essere da loro ospitati per il “tempo” che vogliamo senza nessun vincolo e cosa fondamentale gratis. Sembra proprio di vivere l’esperienza di un volo, scendere lì dove decidiamo farlo ed entrare nelle case, nelle città messe a nostra disposizione. Il medium è la musica che mentre si distacca dal suo storico grembo, nello stesso tempo delega, alle nuove forme della contemporaneità, un nuovo modo di viaggiare, in tempo reale ed avulsi da qualsiasi vincolo (ubiquitous computing). Forse è intorno alla musica che possiamo riannodare un nuovo modo di narrare il mondo, di viverlo e consumarlo?