Una grande immagine simbolica si è dispiegata lungo le ore d'informazione sviluppata sui media a scala globale, quella della "folla virtuale" lungo il National Mall della capitale americana di Washington D.C.
E' un'immagine consumata come un fatto necessario e normale, a causa della pandemia e dei problemi di sicurezza scaturiti dagli incidenti dei giorni precedenti. Ma non si legge l'evento simbolico come qualcosa che può rappresentare qualcosa in più della semplice necessità.
La cerimonia dell'insediamento di Joe Biden non poteva meglio rappresentare il "salto epocale" che stiamo attraversando. Sul come la realtà fisica urbana ed umana stia completamente scomparendo a discapito di una realtà virtuale che abbraccia l'intero globo. E' un salto epocale che ha una sua lunga storia, a partire dalle storiche relazioni tra masse metropolitane urbane e processi d'innovazione di sviluppo territoriale più diffusi, sulla nascente "terra imperiale" di fine ottocento. Lungo questa storia si sono consumati i grandi capitoli della nostra modernità: esposizioni universali, pubblicità, radio, cinema, spettacolo, televisione, informazione, tecnologie digitali, social ecc. fino ad arrivare oggi a questa sovrapposizione tra assenza di masse e comunicazione politica istituzionale, mediata dalle pratiche spettacolari di una cerimonia, che per quanto solenne ed istituzionale rappresenta fino in fondo i simboli complessi della cultura americana. La folla urbana si è trasformata nel vuoto del National Mall occupata solo da semplici bandierine nazionali. E' solo una coincidenza?
Testo e photo ripreso da National Geographic: 19 gennaio 2021- quasi 200.000 bandiere rappresentano la folla che avrebbe presenziato all’inaugurazione di Joe Biden, se non fosse stato per la pandemia e le recenti minacce alla sicurezza. La cerimonia prevista, con tutte le misure per il distanziamento sociale, è stata annullata dopo il recente assalto al Campidoglio degli Stati Uniti.
FOTOGRAFIA DI STEPHEN WILKES, NATIONAL GEOGRAPHIC