La conoscenza della Storia, della sua trama temporale e geografica, richiede un grande salto d'innovazione. I profondi processi tecnologici a scala globale hanno rimesso in discussione la vecchia percezione delle relazioni in cui si produce e si consuma "Storia". L'ubiquità della nostra esperienza quotidiana ha compromesso definitivamente il corpo e la sostanza del produrre e consumare "Storia". Quindi benvenute tutte quelle ricerche o contributi sistematici che ci permettono di attraversare nuovi territori, nuovi punti di vista, su questo nuovo modo di percepire la "Storia" contemporanea. Il contributo della Prof.ssa Francesca Canale Cama, ci permette di fare un primo passo, quello di posizionarci in una scala meno eurocentrica, più relazionata e meno gerarchica sul piano temporale e spaziale.
C'è molto da fare, da questo punto di vista, molte decisioni sono fortemente condizionate da questo inattuale punto d'osservazione. La nuova classe dirigente, in particolare meridionale, deve urgentemente collocarsi sul piano orizzontale della competizione globale e quindi illuminare tutte le possibili relazioni agenti sul tavolo produttore di "futuro", premessa fondamentale per rileggere con occhi nuovi la vecchia "Storia".
Francesca Canale Cama insegna Storia contemporanea, Storia d'Europa e del Mediterraneo e Global History all'Università della Campania "Luigi Vanvitelli".
Nella sua attività di ricerca ha dedicato ampio spazio ai temi del socialismo e del pacifismo nella Grande guerra e al Novecento euro-mediterraneo. Tra le sue più recenti pubblicazioni, Storia del mediterraneo moderno e contemporaneo (con D. Casanova e R.M. Delli Quadri, diretta da L.Mascilli Migliorini, Guida 2017) e Una guerra mediterranea (a cura di, Rubbettino 2019). Per Laterza, Storia del mondo. Dall'anno 1000 ai giorni nostri (con A. Feniello e L. Mascilli Migliorini, 2019).
L'ultima pubblicazione di Francesca Canale Cama è:
QUELLA PACE CHE NON SI FECE -FRANCESCO SAVERIO NITTI E LA PACE TRA EUROPA E MEDITERRANEO (1919-1922) - Rubettino/Fondazione Francesco Saverio Nitti
"...Il movimentato passaggio dalla Grande guerra alla pace è spesso associato, in Italia, all'immagine di un Paese che virava senza freno verso quel "sacro egoismo" sempre più incarnato dall'esperienza dell'occupazione di Fiume e dal mito della "vittoria mutilata". Instancabile artefice di un progetto di pace europea e mondiale di ampio respiro fu invece Francesco Saverio Nitti, al governo dal 1919 al 1920, che provò a fare dell'Italia postbellica un elemento importante dei nuovi equilibri di pace mondiali. Sostenitore fin dalla prima ora di un necessario revisionismo dei trattati di pace in senso democratico, affrontò i nodi gordiani della rifondazione europea, dalla necessità di una pace equa con la Germania al reinserimento della Russia bolscevica nel sistema internazionale, e operò in prima persona per garantire le basi di una pace duratura in un Mediterraneo ormai in fiamme. La prematura caduta del suo governo, spesso interpretata come vera e propria fine del liberalismo italiano, significò anche la fine di un'alternativa identitaria nazionale che fino a quel momento aveva fatto da solido contraltare al montare del nazionalismo e al fascismo incipiente..."
https://youtu.be/LqHX-3JtCQ8 (video-confronto a più voci sulla pubblicazione dell'autrice)