SUL CONFRONTO URBANO TERRITORIALE NORD-SUD
(nell’ambito del progetto Mondonapoli - 2008)
Hanno detto:
Anna Iole CORSI- Coordinatrice Urban Lab - Genova
“... il progetto Mondonapoli coglie secondo me proprio questo aspetto di rete che è oggi la base della pianificazione delle città europee. E’ la base della pianificazione europea che vede il territorio d’Europa come un insieme di reti ed è alla base anche della pianificazione strategica delle città, che oggi stanno sviluppando i propri piani regolatori, che stanno pensando ai loro nuovi ruoli, che stanno cercando di superare i loro confini per collegarsi appunto a quello che c’è nel loro intorno ... proprio perché in qualche modo la rete mediterranea diventa una rete che è molto significativa, se intrecciata, se collegata, se ognuno di questi poli acquista una propria specializzazione nell’ambito di questa rete. Se segnalano una propria identità queste città non competono fra di loro e quindi anche il nord ed il sud non competono tra di loro, diventano parti di un organismo che è molto significativo e che comunque l’Europa non può che riconoscerle, come un aspetto molto importante, perché la rete europea e non solo un’ossatura che attraversa, mediante strade o ferrovie, ma anche una presa d’atto di quelle che sono i collegamenti che si svolgono nell’ambito del mediterraneo...”
PAOLO VERRI Direttore ItaliaCentoCinquanta -Torino
“...Credo quindi che Napoli dovrebbe fortemente puntare sul 2013 scegliere l'area,mi sembra che quella prevista sia ancora l’area occidentale, ma scegliere un’area dovrebbe essere una condizione di sviluppo complessivo. Io credo che dovrebbero lavorarci tutti i più bravi giovani under 30, proprio per chiedere a una generazione di fare un salto, che non dovrebbe essere un salto nel buio. Dovrebbe essere forse più che un salto, un tuffo in un’acqua più pulita, in acque meno insidiose.
Innanzitutto, se è possibile, noi saremo a disposizione per questo percorso. Io credo che almeno all'inizio il governo abbia una grossa responsabilità, la nazione dovrebbe avere una grossa responsabilità, dovrebbe far si che queste politiche delle singole città e delle singole aree metropolitane diventassero una politica nazionale, che è la politica per le città...”
CARLO OLMO Direttore del “Giornale dell’Architettura”- Torino
“...Allora non c’è dubbio che le grandi occasioni come sono oggi le Olimpiadi, le Esposizioni Universali possano essere davvero utilizzati e fare massa critica e rilanciare una borghesia imprenditoriale, professionale ed intellettuale, che viaggia per conto proprio, che non fa mai capitale sociale, non crea mai un progetto. Questo secondo me è la vera scommessa 2011-Torino, 2015-Milano, che certamente se parte non può riguardare solo Torino e Milano, come se la stanno raccontando oggi tra queste due città o anche coinvolgendo Roma...”
Luca GIBELLO Caporedattore del Giornale dell’Architettura – Torino
“...Rispetto alla questione dei grandi eventi, ricordando in prospettiva futura anche all’impegno nostro non solo del “Giornale dell’Architettura” ma di Mondonapoli, nel costruire delle possibili relazioni a livello di dialogo, ma anche a livello di piattaforme di riflessione per prefigurare scenari nuovi, non si può non guardare agli eventi del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia ed all’Expo che tornerà e che sarà a Milano nel 2015. I grandi eventi funzionano nella misura in cui non restano episodi isolati, funzionano nella misura in cui stanno all’interno di una logica, di promozione urbana, di trasformazione urbana e territoriale, ma anche nazionale, e su questo poi vorrei concludere, che ragionano per tempi lunghi e non da quando iniziamo un evento fino a quando si chiude...”
SILVANO GUIDONE
Presidente dell’Agenzia di Pubblicità SILVANO GUIDONE & ASSOCIATI s.r.l. -Torino
“...Se vogliamo possiamo anche accennare ai prossimi futuri eventi che possono essere un ulteriore spinta nell’avanzamento e nella crescita del nostro paese che sono i 150 anni dell’Unità d’Italia del 2011 e l’Expo del 2015. Queste sono due occasioni irripetibili che bisogna saper sfruttare. Torino, per quel che ne so, sta partendo ed è partita in tempo per presentarsi bene e giocare bene nel 2011, c’è un comitato che già sta lavorando bene Però se non c’è un cervello illuminato che coordina il tutto, che riesce con autorevolezza ad avere un seguito affinché tutte le regioni sin coordinino per fare bene, perché il gran rischio di queste grandi occasioni , che sono anche occasioni per fare tanti soldi che possono essere messi in circolazione, se ognuno cerca di pensare al proprio giardinetto, non se ne viene fuori, perché a questo punto invece di essere una forza, perché tutte le regioni coagulate lavorano allo stesso obiettivo, ognuno lavora solo per se stesso , ho paura che non si vada da nessuna parte....”
MATTEO BOLOCAN GOLDSTEIN Politecnico di Milano
“Milano probabilmente è una città più internazionale, di quanto le sue stesse classi dirigenti, le sue élite, la percepiscano come tale. Milano è la città del Salone del Mobile, delle sette università, che stanno in rete nel mondo, dei nuovi ospedali, dei centri dell’eccellenza biomedica e sanitaria. E’ una città civile, con una componente economica densa, articolata e dinamica, eppure è una città che nel suo insieme, come attore unitario, non si percepisce internazionale, quanto in realtà lo è, e questo è un dato importante, perché è indicatore di questa scomposizione di quell'azione continua della mondializzazione, che appunto dissocia, segmenta e porta nel mondo in maniera differenziata....Infatti abbiamo parlato d’incompiutezza di Milano e da questa prospettiva è interessante collocare l’Expo, perché quest’ultima sembrerebbe una dimensione anomala, per una città poco in grado di esprimere un progetto collettivo. In questo senso l’Expo può essere osservata come una turbolenza, come un evento squilibrante, da un punto di vista spaziale.
L’ Expo situata, localizzata nella città compatta, sarebbe interessante che attivasse comportamenti da città rete. Questo è un aspetto più interessante, cioè il fatto di pensare, progettare, praticare l’ Expo, non solo come un contenitore localizzato proprietariamente nella città di Milano, ma come un luogo capace di generare relazioni progettuali e di scambio...A Milano inizia a prefigurarsi la possibilità di una Expo dei territori, non solo di una Expo della città. Allora si apre il tema di quali territori, parliamo di Milano e del suo intorno, del suo hinterland? O parliamo della globalcity di Torino, Milano, Venezia , Trieste o magari pensando anche ad una Expo 2015, che metta in rete città e che quindi coinvolga pienamente anche Napoli e le città del sud? Ecco sappiamo quanto, affermando queste cose, il gioco tra retoriche e nuove figurazioni e poi la durezza dei fatti quotidiani sia in agguato, però credo che occorra misurarsi in questa forma nuova... ”
ALBERTO ABRUZZESE Università UILM-Milano
“...Quindi l'Expo 2015 è la sfida di riuscire a fare una “Grande Esposizione”, quindi un fenomeno che è nazionale, ma dev'essere globale, che dev'essere locale e globale. Anche qui le ultime grandi esposizioni hanno dovuto iniziare a porsi il problema di una cultura “glocal”, cioè locale e globale allo stesso tempo e qui ancora l'esempio di Napoli può essere interessante, perché le radici metropolitane di Napoli, ci sono. E’ stata forse l'unica città che nell'ottocento, in qualche modo, aveva individuato una possibilità di città metropolitana e l'aveva individuata, su che cosa? Proprio sul Gran Tour e quindi proprio sui grandi flussi turistici di quegli anni, nella dimensione di quegli anni. Quindi l'Expo oggi può porre un tema interessante che è quello di una metropoli che non è verticale, che non è centralizzata, ma è orizzontale e frantumata. In cui contemporaneamente si abita il luogo fisicamente e si è sulle grandi reti, sui grandi flussi globali. Qui la parola “Mondo” ha significato. All'origine delle grandi esposizioni, il Mondo era il pianeta. Si trattava in una città, di creare collegamenti con un’altra città che stava sul pianeta terra. Oggi Mondo è una dimensione comunicativa, mentale, culturale. Il fatto di trovare la parola “Mondo”, come parola chiave del progetto napoletano Mondonapoli, ha senso in questa dimensione.
Oggi il processo di smateriallizzazione, non fa riferimento alla terra Geo-Politica, ma fa riferimento a un'idea di Mondo, alla costruzione di una idea di Mondo...”
FRANCESCO MORACE Direttore di Future Concept Lab – Milano
“...I valori credo che siano chiari e su questo credo ci sia una condivisione, anche pratica, con quali linguaggi e con quali regole. Se riusciamo a fare tutto questo, credo veramente si potrà diventare negli anni e quindi attraverso il 2011 - 2013 – 2015, città di riferimento, da Genova a Napoli, fino a Milano, ci possa essere una visione che finalmente abbraccia questa grande complessità e molteplicità di talenti, che non dobbiamo in alcun modo omologare ed appiattire. Intanto perché non siamo in grado di farlo e poi perché questa è invece la nostra grande ricchezza su cui bisogna puntare.
Quindi una piattaforma su cui iniziare ad inserire questa lettura, questa mappatura, anche molto tranquilla del territorio e poi piano piano su essa rigenerare le visioni e provare poi a puntare al bersaglio grosso che è quello di una “Visione Italia”, che nel mondo possa confermare le aspettative che oggi esistono al di fuori dei nostri confini; lo dico da operatore che lavora molto nel mondo e nei diversi continenti ed assiste allo sconcerto di chi si aspetta dall’Italia un salto di qualità che non arriva mai. Quindi in questo senso credo che ci siano tutte le condizioni macropolitiche, macroeconomiche perché questo progetto possa diventare realmente di successo...”
FEDERICO BUTERA Politecnico di Milano
“... è un processo che passa dall’uso della tecnologia singola all’uso delle tecnologie messe a sistema. Cioè richiedono un salto di qualità sistemico ed un salto di qualità nelle competenze, non indifferente. Bisogna saper fare meglio, progettare, organizzare e va fatto molto meglio. Occorre che i nostri decisori politici siano migliori dal punto di vista culturale, dal punto di vista delle competenze, di quanto non siano oggi. E’ qui il dramma fondamentale, perché non ci si può aspettare che chi decida del nostro futuro, lo faccia basandosi su quello che apparentemente vogliamo oggi, dovrebbe essere capace di decidere del nostro futuro, pensando realmente al futuro e creando le condizioni perché questo futuro ci sia, per noi e per i nostri figli, perchè diversamente non ce la faremo mai...”
Gianfranco VECCHIATO Assessore all’Urbanistica del Comune di Venezia
“...La notizia che Milano ha avuto per il 2015 l’affidamento dell’Expò, è una notizia che naturalmente interessa il Nord in particolare, il paese in particolare, ma per certi aspetti anche per quanto riguarda Venezia. Non c’è dubbio che chi arriva a Milano quasi sempre farà una sosta a Venezia , perché Milano dista da Venezia come ben sapete ben trecento chilometri e fra l’altro è dotata di un aeroporto internazionale che è il terzo in Italia e che ha tra i suoi programmi quello di una connessione allìAlta Velocità che dovrebbe caratterizzarsi nei prossimi anni nel corridoio 5 , passando per Torino, Milano, Venezia e Trieste dovrebbe collegarci con l’Est Europa. ... una riflessione su questo credo ci possa aiutare molto lo spirito del Sud , che spesso è più riflessivo del nostro e spesso ci ha portato elementi di saggezza. Io credo che questo sia uno degli elementi ricchezza dell’Italia il fatto che nella diversità delle nostre provenienze ma anche nella necessità come sistema paese di vedere le nostre città elementi di forza non solo di debolezza possa caratterizzare la spinta che le amministrazioni e quelli che le rappresentano possano darsi per i prossimi anni ed anche per i prossimi obiettivi. ..”
Enzo RULLANI Economia della ConoscenzaTeDIS- Venezia
“...io credo che sia proprio la liberazione delle idee, che ci permette di pensare, che se una parte di Napoli è fatta in un modo, l'altra parte è fatta in un altrove, che ciascuna di queste due idee di Napoli ha una sua chance, l'idea buona e quella cattiva, quella che ti lega al mondo e quella che ti separa. Diamogli una chance, permettiamogli di crescere, troviamogli degli alleati nelle altre città che condividono la stessa idea, creiamo una trama che supera i territori e che diventi globale...noi dobbiamo legare le idee saranno baricentriche in certe, città e minori in altre, ma questo non c'entra perché se poi l'idea va, tu costruisci in ogni città un pezzo di mondo, che appartiene alla globalizzazione e poi da lì, da cosa nasce cosa e poi dipende dall'ingegno che in una città c'è e della capacità dei cittadini a livello locale di far valere a livello locale il loro diritto di occupare il territorio, nei limiti in cui portano lavoro e sono capaci di dimostrare che portano tutti insieme nell'economia globale . Io credo che il vostro progetto Mondonapoli vada in questa direzione, perché cerca di catturare delle idee che non sono legate alla napolitaneità, ma ad un vivere il mondo di cui anche Napoli fa parte. ..”
Massimo Lo CICERO Università degli Studi Tor Vergata” - Roma
“...Come faremo a percorrere questo sentiero così complicato , come faremo a cambiare noi stessi attraverso il federalismo ed a trovare la strada con la cultura del Nord? Sembra uno scherzo del destino, ma non credo sia un piano preordinato da qualche oscuro pianificatore mondiale, ma il 2015 è un punto di arrivo di due percorsi che si svolgeranno in parallelo. Il 2015 è il grande appuntamento fissato per la grande Expo di Milano , dove appunto Milano apparirà sulla ribalta del mondo, di come la città cercherà di rappresentare gli equilibri ed i problemi da risolvere, poi c’è un altro problema da risolvere in parallelo fino al 2015, infatti dal 2007 al 2013, ma con l’obbligo di rendicontare i risultati al 2015, si svolge l’ ultimo grande ciclo delle politiche di coesione europee, cioè l’ultima volta che il Mezzogiorno, come la Spagna, come il Portogallo, come i paesi ex appartenenti dell’Unione Sovietica, riceveranno importanti finanziari per convergere come avevamo detto all’inizio di questa chiacchierata, verso un tenore di vita europeo. Quindi nel 2015 si apre l’Expo ed il Mezzogiorno d’Italia deve dimostrare di aver saputo convergere. Ora tutti sappiamo che nel ciclo precedente, quello che iniziato nel 2000 e si sta concludendo nel 2008, il risultato è stato deludente...”
Italo FERRARO Coord. Atlante della Città Storica - Facoltà Architettura - Napoli
“...Questa posizione di portare avanti lo studio della città di Napoli dal punto di vista di quello che “è”. Questa distanza dal progetto non significa affatto una mancanza di passione nei confronti del progetto, è proprio il contrario. E’ la consapevolezza che una città in generale e Napoli, come specifica città, si sono sempre trasformate, mette al centro della questione del progetto come una questione di tale importanza da non potersi consumare nelle “opinioni infondate ... Quello del tema Mondonapoli soprattutto in questa prima fase del progetto che sceglie uno slogan efficacissimo, che centra la questione su come Napoli è un punto di vista per guardare il Mondo, piuttosto della difficile ricerca delle caratteristiche, che ha la città che permettono di esaurire dentro di sé la complessità del mondo ...Ecco allora la questione del progetto di oggi e la questione dell’Atlante, tutto sommato si riduce ad un proposito e cioè cerchiamo di ridurre quanto più possibile l’aspetto soggettivo, per rendere il progetto legittimo, per appunto “fondarlo”, non perchè abbiamo paura dell’aspetto soggettivo, ma temiamo che una spinta soggettiva,come è stato progressivamente nella seconda parte del novecento, prevalga sulla fondatezza del progetto. ..”
Maurizio ZANARDI Cronopio Editore – Napoli
“... credo che una discussione sulla città, una discussione “realistica” sulla forma della città, sul reale di Napoli, come effettivamente questa città è fatta, interrompendo i pregiudizi ottimistici o pessimistici sulla città sia il lavoro preliminare da fare. Che oggi una parola seria, intellettuale è quella dell’interruzione dei pregiudizi, sia sui miti dell’eccezionalità della città, sia sui miti della necessità di modernizzarla, proprio andarla a studiare per come è fatta nelle sue parti. Penso che qui potremmo trovare , se non l’eccezionalità di Napoli, fin troppo esibita e retoricamente detta, anche in europa e nel mondo ed anche dal politico che ci governa, dai politici che ci hanno governato. Questa eccezionalità di Napoli viene ridotta ad una specie di fondale per le avventure del politico. Fondale spettacolare o luogo su cui investire cinicamente per ottenere del consenso a livello internazionale. Anche questo sarebbe interessante capire come questa città, negli ultimi anni è stata sfruttata come una sorta di grande pubblicità del politico, pubblicità internazionale, quindi come una sorta di fondale ed ho l’impressione che questo sia un grande problema per Napoli oggi...Napoli è stata una delle città più berlusconiane d’Italia, nel senso che ha avuto proprio come segno l’alleanza tra Bassolino e Berlusconi, un’alleanza chiara all’inizio, ma anche culturalmente, cioè Napoli è stata esibita nel G7 come appunto il fondale della politica internazionale. Ricordo che Piazza Garibaldi, luogo straordinario da studiare nella città, in questa fase fu messa da parte, furono tolte le presenze degli stranieri, oscuramento di quelle presenze, perché chi veniva in città non doveva incontrare quello che invece è una parte fondamentale di una parte della città...ma perché non facciamo di Napoli un luogo della riflessione internazionale sulle trasformazioni urbane, cioè fare di Napoli un luogo di pensiero. ..Ad esempio Napoli non potrebbe stare come città-mondo nel senso che diventa un luogo di pensiero sulla città? Un luogo a Napoli che pensa la città e dico che la città-mondo non è la città della globalizzazione, significa pensare alla differenza che passa tra globalizzazione, tra globo e mondo, che non sono la stessa cosa e qui faccio una battuta cioè significa pensare ciò che sta fuori della globalizzazione, perché il mondo è molto più ampio della globalizzazione,...”